VUOTO DI MEMORIA
con Tiziano Ferrari e Livio Remuzzi
luci di Simone Moretti
produzione Teatro de Gli Incamminati
Descrizione
“Più grande la menzogna, più grandi le probabilità che venga creduta” Adolf Hitler
Una scena vuota. Due attori. Tre storie diverse, ma forse no. Tre storie che poggiano le fondamenta nel periodo di ascesa del nazifascismo, legate da un filo nascosto che unisce le vicende dei protagonisti, in cui il discrimine tra verità e finzione è molto sottile. Il filo della manipolazione, parola dai significati cangianti, a seconda del contesto nel quale viene utilizzata.
Parte prima. Manipolazione come alterazione genetica, attraverso la storia di Anni-Frid, una bambina bellissima, nata al termine dell’occupazione nazista in Norvegia, che perde suo padre, poi lo ritrova, poi lo perde di nuovo, un continuo rincorrersi che trova il proprio finale solo nel passato recentissimo.
Parte seconda. Manipolazione della coscienza individuale e collettiva attraverso la storia di Martin, tedesco, e Max, ebreo americano, da sempre amici fraterni. Siamo nel 1932 e niente sembra essere in grado di separarli, eccetto un uomo: Adolf Hitler. Una storia ispirata al film americano in bianco e nero del 1944 “Address Unknown” (tratto dall’omonimo romanzo di Katherine Kressmann Taylor pubblicato nel 1939) diretto da William Cameron Menzies. Una storia che parla di amicizia e di amore, di odio e di vendetta, ma soprattutto una storia che meglio di ogni altra è in grado di spiegare la “manipolazione delle coscienze” che ha permesso l’ascesa del più grande regime dittatoriale della storia.
Parte terza. La storia di Giona, una storia spaventosamente moderna, chiude la ricerca sulla più attuale accezione del termine manipolazione: come rielaborazione tendenziosa della verità attraverso una presentazione alterata delle notizie, al fine di manovrare secondo interessi specifici gli orientamenti politici o morali della popolazione. È il racconto di un’umanità che sembra appartenere ad un tempo ormai passato e invece ritorna, ritorna sempre.