SOLDATO MULO VA ALLA GUERRA
con Massimo Barbero
consulenza storica di Nicoletta Fasano e Mario Renosio
costume Sara Bosco – Vezza Maison
regia video Diego Diaz
testo e regia Patrizia Camatel
consulenza storica di Nicoletta Fasano e Mario Renosio
costume Sara Bosco – Vezza Maison
regia video Diego Diaz
testo e regia Patrizia Camatel
Descrizione
"La guerra riconduce alla Natura: dove essa fa il vuoto della vita consueta, riappaiono sul primo piano elementi che la pace nasconde: anche gli animali. Non è necessario avere l'anima francescana per sentirseli più vicini, in guerra. Dove e quando, anche per l'uomo, cessa l'illusione che la vita sia ordinariamente sicura, s'intendono meglio queste altre creature che sempre, anche in pace, vivono in pericolo di morire; si intuisce meglio la loro natura che opera dominata da questo presupposto continuo: la morte."
Giulio Caprin, 1916
Durante la Prima Guerra Mondiale accanto agli uomini ha combattuto un esercito di animali. Muli, asini, buoi, cani, cavalli, piccioni vennero utilizzati per le azioni belliche, per lo spostamento di reparti e materiali, per le comunicazioni e il sostentamento delle truppe. E le testimonianze degli uomini al fronte ci parlano anche di convivenze altrettanto strette, con gli animali, ma non altrettanto desiderabili: i topi che invadevano le trincee, pulci e pidocchi che infestavano le vesti e i giacigli…
La forzata coesistenza di animali di ogni genere con gli uomini avvicinò gli uni agli altri in una tragica fratellanza di fronte alla morte e alla sofferenza. Creature affratellate anche dalla condizione dell’inconsapevolezza: il soldato semplice, la giovane “carne da cannone” che ha perso la vita, e l’identità stessa, nelle trincee del Carso o sui monti contesi agli austriaci, è all’oscuro dei piani di conquista degli Stati, delle alleanze e delle strategie, proprio come un mulo sotto il basto,cui si chiede solo di obbedire; al soldato si chiede di resistere, di sopravvivere, nascondendosi e strisciando nel fango, profittando degli avanzi o della morte dei compagni, proprio come farebbe un ratto.
Ecco una relazione, quella col mondo animale, che non è semplice convivenza, coabitazione forzosa, ma è identificazione dell’essere-uomo con l’essere-animale: è l’istinto di sopravvivenza a farla da padrone in trincea, è l’istinto di fuga che fa dell’uomo un disertore, è la fame che ti mangia da fuori e la paura che ti rode da dentro.
Nel mondo straziato dalla guerra la bestialità è caratteristica degli uomini, abbrutiti dalla violenza, mentre gli animali al fronte, coprotagonisti di episodi tragici o inaspettatamente sentimentali, rimangono l'ultimo baluardo di umanità e vita.
Giuseppe Zabert, classe 1897, figlio di mezzadri, parte da Valfenera – come altri dieci tra fratelli e cugini – per andare a servire la Patria al fronte. La cartolina di precetto lo raggiunge in seminario, ma nemmeno la vocazione al sacerdozio risparmia al giovane di obbedire alla chiamata alle armi: dovrà confrontarsi anche lui con la disciplina militare, con condizioni di vita estreme, con il costante pensiero di morire o di dover uccidere. Assegnato ad un reparto di artiglieria alpina, ha per compagna la mula Margherita, alter ego animale che stimola domande sull’obbedienza e sul coraggio, sulla capacità di sacrificio, sull’insensatezza delle guerre. Dov’è quel Dio, padre e onnipotente, che Giuseppe voleva servire per tutta la vita? Come continuare ad intravederlo in mezzo al continuo scempio di vite, al massacro delle creature, umane ed animali? E se l’uomo e l’umile mulo condividono la morte sui campi di battaglia, condivideranno pure la salvezza? Una riflessione che parte da un contesto storico preciso per approdare ad una prospettiva esistenziale e spirituale.
"Nello spettacolo precedente ho raccontato, attraverso gli occhi di un uomo che ha deciso di vivere al confine del mondo, storie di alberi, di uomini, di un amore lontano. Ma anche storie di guerre, di ricordi, di viaggi, di fughe. E del rapporto tra l'uomo e la natura, che si fa legame spirituale.Ora vorrei parlare del rapporto tra l'uomo e gli animali, rapporto di fedeltà, di sacrificio, di simbiosi. Il tutto attraverso gli occhi di un ragazzo, di famiglia contadina, partito per la Grande Guerra ...di lui vorrei raccontare perché raccontare è ricordare e ricordare è un atto di amore. La sua storia, che si confonde con quella di altri famigliari anch'essi chiamati alle armi, e di altri compaesani (alcuni non tornati), è ricostruita attraverso cartoline, lettere dal fronte, fotografie, racconti di reduci. E presenza degli animali, compagni di trincea. Bestie tra le bestie." Massimo Barbero
“Il testo a tratti poetico a tratti crudo e scabro, la struttura con un dell'andamento energetico ben calibrato mai monotono, ben congegnato come un cerchio che si chiude vita-morte.
Non è uno spettacolo sulla guerra...
È qualcosa di più universale e antropologico, è popolare ma parabolico.”
Lucia Giordano, Faber Teater
Date dello spettacolo
03/08/2024 18:00 - TORRE PALLAVICINA (BG) - Parco del Palazzo Oldofredi Tadini Botti